Quindi, un anno dopo essere stata in Albania eccomi in Georgia.
Tbilisi, la capitale, è stata la prima tappa. Sono stata subito cattura dall’aspetto decadente della old town (città vecchia).
Siamo stati un bel po’ di giorni a Tbilisi, non me ne volevo più andare, si stava troppo bene. Città affascinante, cibo delizioso, guesthouse molto accogliente.
La guesthouse!
Alcune foto della nostra guesthouse, Skadaveli, che dal fuori sembra stia per cadere, invece dentro è tutta rinnovata. Nel centro storico di Tbilisi. Talmente accogliente che sogno di tornare a Tbilisi per stare là un mese.
Colazione non inclusa, ma c’è una botteghetta poco distante che vende pane fresco, e poi uova, pomodoro e formaggio. Boh, io adoro.
C’è un mercatino dell’antiquariato con molti cimeli russi e ortodossi che mi è piaciuto molto. Un po’ un museo all’aperto.
Per un paio di giorni abbiamo camminato in giro per la città vecchia, mercatini, castello, i bagni turchi…
Davit Gareja
Il trasporto pubblico è ben sviluppato in Georgia, e andare da un paese all’altro è abbastanza facile. Ma non per Davit Gareja, un monastero in una zona semi-desertica a circa due ore Tbilisi, ai confini con l’Azerbaijan.
Abbiamo preso un minibus turistico che in poco più di due ore ci ha portato là . Il bus parte ogni giorno alle 11, e si arriva che fa un caldo pazzesco.
Visita del monastero e giretto di un paio d’ore dietro il monte dove ci sono le cave con affreschi che formano un altro monastero.
Tutto molto interessante. Bel panorama.
Oasi Club
Al ritorno ci siamo fermati in un ostello-campeggio per merenda/pranzo/caffè. Un posto pazzesco, fuori dal mondo, con maialini al pascolo, cavalli, amache, buon cibo, tanti libri. Un posto da tornarci e restarci qualche giorno, anche se dormire e mangiare sempre lì costa un po’ di più di quel che spenderei in città .
Oltre a Davit Gareja, abbiamo fatto un’altra gita di una giornata mentre eravamo a Tbilisi.
Mtskheta
La capitale spirituale della Georgia, Mtskheta non è molto distante da Tbilisi, e può essere raggiunta tramite Marshrutky, i bus georgiani.
Una mattina sul prestino siamo partiti per l’Armenia, di cui parlerò in un’altra pagina…
Qui sotto continua il viaggio in Georgia.
Akhaltsikhe & Vardzia
Siamo tornati a Tbilisi su un minibus dall’Armenia. Dopo una breve attesa siamo saliti su un altro bus per Akhaltsikhe. Lungo il tragitto siamo passati per Borjomi, un posticino tranquillo di villeggiatura con acque termali, circondato dalla natura. Con più tempo sarebbe stato bello fermarsi un po’ anche là . Viaggiando così zaino in spalla è piacevole ogni tanto fermarsi a riposare in qualche posto tranquillo.
Peccato che con i mezzi pubblici gli orari siano limitati, avrei voluto essere lì per il tramonto, ma non volevo pagare un taxi per fare i 60 km di ritorno verso Akhaltsikhe.
La città di Akhaltsikhe
Molto carina e piacevole. Guesthouse nuova di zecca, super pulita e molto accogliente.
In generale devo dire che le guesthouse sono molto belle in Georgia.
Il primo minibus ci ha portati a Kutaisi. Volevo quasi fermarmi qui per visitare, ma faceva caldissimo e mi si è presentata come una città gigante, dove sarebbe stato difficile trovare da dormire.
Allora abbiamo preso subito un altro bus verso Zugdidi. C’era anche l’opzione Batumi, una località turistica sul Mar Nero, ma per questo viaggio abbiamo saltato. Abbiamo preferito concentrarci su altre zone della Georgia.
Mi è apparso un paese un po’ anonimo questo Zugdidi. L’aspetto interessante è che è l’ultimo posto prima del confine con l’Abkhazia, e ha raccolto molti rifugiati da quest’area del mondo negli ultimi decenni.
Bello il museo/palazzo con il suo parco.
Per molti è il punto di partenza per Mestia e i monti dello Svaneti.
Svanezia (Svaneti) fa parte della catena del Caucaso ed è la regione abitata più alta d’Europa.
Da Mestia siamo partiti per tre giorni di trekking fino a Ushguli, tre giorni immersi nella natura, tra prati fioriti, ghiacciai e antichi villaggi con le tradizionali torri medievali.
E’ stato un po’ triste lasciare il paradiso che è lo Svaneti (o la Svanezia), ma il viaggio doveva continuare.
C’era un minivan diretto per Tbilisi da Mestia, ne abbiamo approfittato. E’ stato un viaggio lunghetto, siamo arrivati a Tbilisi verso le 7 di sera.
Lo Skadaveli non aveva stanze libere, così abbiamo deciso di prendere una stanza nella città nuova di Tbilisi questa volta.
Molto carino anche lì.
Davit Aghmashenebeli Avenue è una via pedonale tutta ricostruita, con deliziose casette color pastello, ristorantini e bar. Molto turistico, ma anche carino.
Tbilisi città nuova
Kazbegi
Il giorno dopo siamo partiti presto per Kazbegi, circa tre ore di marhrutky.
E’ una località di montagna (a pochi chilometri dalla Russia), famosa per la chiesa su una cima che guarda la città .
La chiesa Tsminda Sameba (tutti facili i nomi in Georgia) è facilmente raggiungibile tramite un sentiero ripido ma breve.
Anche qui purtroppo non potevamo fermarci a lungo, ci sarebbero stati dei bei percorsi da fare a piedi.
Ma il giorno dopo siamo ripartiti.
Marshrutky per Tbilisi (praticamente bisogna sempre passare per la capitale per spostarsi in Georgia) e poi un altro per Sighnaghi.
Kakheti
Sighnaghi
Kakheti è la principale regione di produzione del vino della Georgia.
Siamo stati un paio di notti a Sighnaghi, un paesetto super carino, e abbiamo dormito in una guesthouse che guardava la valle.
Sulla via per Telavi
Da Sighnaghi abbiamo accettato un tour organizzato dalla guesthouse verso Telavi. Così lungo la strada ci siamo fermati a vedere un monastero, un’azienda vinicola un po’ museo, dove ci sono gli otri tradizionali per la produzione del vino, e la casa-museo del principe Alexander Chavchavadze.
Telavi
Telavi per noi è stata una cittadina forse troppo moderna, con qualche sparuto squarcio caratteristico, ma molto ospitale.
Poi a cena abbiamo accettato di mangiare presso la guesthouse. Mamma mia quanta roba!!!! E tutto super buonissimo. Un’altra conferma della qualità della cucina georgiana.
Ultimi giorni a Tbilisi
Eccoci alla fine. Ultimi giorni a Tbilisi prima di tornare in Italia.
Abbiamo fatto altri giretti per la città vecchia, sempre affascinante, siamo tornati anche nella zona nuova a fare un po’ di foto la sera, e un po’ a malincuore siamo tornati a casa.
Nel 2012 ho passato 40 giorni viaggiando da sola in Tanzania, zaino in spalla. Il viaggio zaino in spalla (backpacking in inglese) per me è uno stile di vita, è un modo di viaggiare che ti permette di avere maggiori contatti con la gente del posto, viaggiando sugli stessi autobus e mangiando agli stessi ristoranti, ed è anche un modo per risparmiare un po’ di soldi pur viaggiando per un lungo periodo di tempo.
L’Africa non è per niente economica, non è come l’Asia, ma ci sono alcuni accorgimenti che aiutano a spendere un po’ meno. Le camere in hotel economici in Tanzania costano dai 5 ai 15 dollari, e io sono riuscita a spendere tra i 30 e i 40 dollari al giorno (inclusi cibo e trasporto).
Quando si viaggia in modo indipendente la rete dei trasporti determina anche la qualità del viaggio. In Tanzania è abbastanza buona, ci sono molti autobus che collegano praticamente tutto il paese, visto che le auto private sono ancora scarse. Credo ci sia qualche treno, ma non è raccomandabile (lento e imprevedibile).
Viaggiare sugli autobus locali ha i suoi rischi. Non è sicuro al 100%; beh, nessuna forma di trasporto lo è, ma gli autisti in Tanzania sono spesso spericolati, guidano a velocità folle in strade non asfaltate e ho temuto di fare degli incidenti più di una volta. Ma stai condividendo il tragitto con la gente del posto, quindi se tutto va bene è una bella esperienza. Nel 2012 delle compagnie cinesi stavano costruendo delle nuove strade, quindi probabilmente ora è ancora più semplice e forse anche più sicuro viaggiare.
Verifica i prezzi
Questo è molto importante in Tanzania. Controllare i prezzi prima di comprare qualsiasi cosa è molto importante.
E’ qualcosa a cui non siamo abituati in Europea, ma i prezzi sono variabili in Tanzania. Nemmeno i viaggi in autobus hanno delle tariffe fisse, compagnie diverse che fanno lo stesso tragitto possono applicare prezzi diversi e quasi sicuramente cercheranno di far pagare di più uno straniero, se non ci sono i prezzi ben esposti.
Spesso prima di comprare un biglietto dell’autobus mi informavo sulla Lonely Planet (che però non è mai aggiornata con gli ultimi prezzi) o alla reception del mio hotel. Quindi quando andavo alla stazione sapevo già sarebbe dovuto costare, e ciò mi ha evitato di essere fregata da alcuni personaggi senza scrupolo (vedi anche questo articolo sul contrattare in Tanzania).
Ho anche fatto un safari, che è stato un po’ costoso, ma niente a confronto dei prezzi che ci vengono proposti prenotando da casa: 480 dollari per 5 giorni. Mi ci sono voluti un paio di giorni di contrattazioni ad Arusha e un po’ di ricerca, ma alla fine sono riuscita a pagare quello che volevo.
L’unico posto dove sono riuscita a mangiare bene, vario e a buoni prezzi è stato Stone Town. Ci sono alcuni ristoranti non costosi che offrono del buon cibo e piatti diversi. A Kendwa invece ho trovato solo un ristorante economico, che a volte col buio facevo fatica a trovare, quindi ho mangiato più spesso al ristorante del resort, dove la cena mi costava sugli 8 dollari. E per pranzo allora mangiavo solo patatine (mi rendo conto che non è una dieta salutare).
Ci sono tre tipi di ristoranti in Tanzania: quelli che sono la casa di qualcuno, vendono da mangiare sulla porta di casa, dove si può fare colazione per 25 centesimi di euro o mangiare l’ugali per poco più (e spesso l’ugali è l’unico piatto che hanno per pranzo e cena); ristoranti locali dove puoi mangiare per 1-1,50 euro e ristoranti più costosi per Tanzaniani ricchi o stranieri, che però hanno un menu più vario. Ho mangiato qualche volta in questi ultimi, anche per cambiare dieta, ma sono sempre stata soddisfatta di quello che ho mangiato nei ristoranti locali, la scelta è veramente minima ma la qualità è buona.
Solo a Kilwa la stanzetta dove dormivo era triste, ma all’epoca non c’erano molte altre opzioni in paese, solo resort costosi.
Girando zaino in spalla in Tanzania ho sempre scelto il pernottamento dalla Lonely Planet; può darsi che ora anche booking.com sia una buona opzione.
Non ho mai prenotato in anticipo, viaggiavo a maggio e giugno e c’erano pochi altri turisti in giro, soprattutto nella parte continentale del paese. L’unica volta che ho fatto fatica a trovare da dormire è stato a Masasi, non c’era niente sotto i 15 dollari e alla fine ho dormito in una stanza da 20 dollari dopo aver controllato 3-4 diversi hotel che fortunatamente erano tutti sulla strada principale.
Anche se la Tanzania non è economica come l’Asia, non devi spendere una fortuna per viaggiare in modo indipendente. Se vivi come la gente del posto o quasi, puoi spendere sui 30-40 dollari al giorno, inclusi pernottamento, cibo e trasporti.