12 Giugno 2012
Sono ancora a Lindi. L’oceano mi ha trattenuta. Dovrei partire domani ma non so se ce la faccio. Anche Kilwa, la mia prossima destinazione, è sull’oceano, ma qui sto in una guest house che si affaccia proprio al mare, è troppo bello uscire la mattina e trovarmi in spiaggia.
Ho passato la giornata a cazzeggiare. Alle 6.30 ero sveglia, come al solito. Dopo colazione sono andata a fare una passeggiata su una collina qua vicino per vedere Lindi dall’alto. Molto carina, le case tra le palme e la baia in lontananza. Poi mi son rifugiata per 3 ore in un pub a leggere. Ho bevuto due fante. Forse per questo continuo ad avere un pancione, bevo troppe bibite gasate.
La spiaggia è stata semi deserta per tutta la giornata. Ma verso le 4.30 del pomeriggio comincia ad animarsi. Non fa più tanto caldo e la gente che finisce di lavorare va a farsi una passeggiata in spiaggia. C’è chi gioca a calcio, chi corre, chi va in acqua a prendere dei pesci con le mani, ci sono barchette che tornano e vendono il pesce, c’è il solito gruppo che canta e prega. Son qui seduta che li guardo tutti. Finché aspetta che gli arrivi la palla, un ragazzo balla. Le donne vorrebbero partecipare all’asta del pesce ma il richiamo della musica è troppo forte. Non riescono a stare ferme. Il direttore dell’asta non sembra tanto scocciato perché si mette a ballare pure lui. Sembrano posseduti. Qualcuno chiede qualcosa alle donne, e queste rispondono continuando a ballare e cantare. Si mettono un cesto di pesci in testa e continuano a ballare verso casa.
Una bambina si mette le mani davanti agli occhi per non guardarmi. Devo farle proprio paura. Probabilmente qui c’è il giochino “avete paura della donna bianca?” “sìììì!!!” “la volete?” “nooooo!!!” e via tutti a scappare. Ora mi spia dalle fessure tra le dita. Mi è capitato anche di far piangere un bambino. Più lo avvicinavano a me e  più lui strillava. Poverino… Intanto di là continuano con i loro gospel. Mi invitano a partecipare al loro trenino, ma stavolta mi sa che sto qua a guardare. Mi si avvicina Emmanuel: “God Loves You!”. J mi spiega che vengono in spiaggia a fare i gospel dalla domenica al martedì. Domenica mattina se voglio c’è la messa nella chiesa in collina. Bello questo modo di pregare, con canti e balli, tanta eccitazione e partecipazione. Deborah e Sabrina ora mi tengono compagnia. Quando capisco i loro nomi vuol dire che sono cristiani.
E’ arrivato un ragazzo che vende chungwa, arance. Non ne ho voglia, ma ne prendo una a testa per i miei amici. Mano a mano che pela un’arancia arriva qualche altro bambino. Alla fine son dieci arance, divise tra una ventina di bambini, e io son rimasta senza (nel frattempo a vedere loro con le loro arance succose mi era venuta voglia). Facciamo qualche foto, ma c’è sempre qualcuno che fa le boccacce, non capisco questo vizio che hanno….
Ormai è buio. Vado in città per un po’ di riso e verdure. Mi convincono anche a prendere un succo di passion fruit, sicuramente è allungato con l’acqua e probabilmente mi verrà il cagotto. Torno alla guest house e il ragazzo in portineria mi vuol parlare. Vuole insegnarmi un po’ di swahili. Che caro! Se trovassi qualcuno che mi insegna swahili durante il giorno starei qua molto volentieri. Si arriva alle solite domande. Lui ha 24 anni e non è sposato. Non lo può fare, la sua vita è troppo brutta. Prima deve diventare il boss. Da portiere di notte a boss, spero non gli ci voglia troppo tempo!