Short film Iraniano a Kashan

Short film Iraniano a Kashan

13 Febbraio 2015

Khan-e Ameriha 4pm

Siamo in questa casa tradizionale di Kashan perché Sarah Tabibzadeh ci ha invitati qui a vedere un film che ha diretto lei. E’ una giovane regista iraniana che abbiamo conosciuto questa mattina sull’autobus da Tehran. Ci ha anche pagato il taxi per venire in centro. Non credo sia costato tanto, perché dall’aeroporto a Tehran che son più di 30 km costa 15 euro, da dove ci ha lasciti il bus stamattina al centro di Kashan sono neanche due chilometri, ma è stato comunque un gesto carino.

Il film di Sarah è “Lady with Flower-hair”; è la storia di una ragazza molto triste perché le crescono i fiori tra i capelli e quando si beve il tè deve abbeverare anche la testa; questa cosa la fa sentire continuamente fuori luogo. Una sera in cui camminava tristemente per la città si illude di aver visto qualcuno simile a lei, invece era solo un disegno. Alla fine si uccide e finalmente la sua esistenza prende senso perché dal suo corpo seppellito nascono tanti bei fiorellini. Un breve film animato, stile Persepolis. Sarah rappresenta la classica generazione di giovani meno inclini alle restrizioni imposte dal governo. In autobus indossava dei jeans attillati e quando eravamo rimasti solo Luca ed io dietro di lei si è tolta il velo dalla testa; alla presentazione del film invece era vestita in modo più tradizionale, ma elegante e moderno allo stesso tempo. Viaggiava con un ragazzo, che ci ha detto (sottovoce) essere il suo ragazzo. E’ stato molto gentile da parte sua invitarci a vedere il suo film.

 

19h33 Siamo nella sala da pranzo del nostro alberghetto. Nel mezzo c’è una piscina con i pesciolini rossi.

Kashan è famosa per il bazar, che andremo a vedere domani perché oggi essendo venerdì è chiuso, e le case tradizionali del 1800, fatte di argilla e paglia. La Khan-e Ameriha dove siamo andati per Sarah è grandissima. E’ formata da vari edifici ed ha 8 cortili, i più grandi con la vasca in mezzo, che serve perché d’estate il vento scende, raccoglie l’acqua e porta un po’ di fresco nei piani sotterranei; c’è un boutique hotel ora tra i vari edifici della Khan (che vuol dire “casa”, mentre Ameriha è il nome di una importante famiglia iraniana, tipo i Medici, mi ha spiegato Sarah). Stanno sistemando ancora una parte della casa per ingrandire l’hotel. Diventerà enorme. Ho paura a chiedere quanto possa costare.

Anche il nostro hotel è in una casa tradizionale ed è molto bello. Paghiamo circa 40 euro per notte; sarebbe almeno il doppio in Europa. Le camere con tre finestre (come la nostra) sono per gli ospiti meno importanti; quelle con 5 o 7 finestre sono suite, e un tempo ospitavano gli ospiti più illustri.

Mentre passeggiavamo per il paese un signore ci ha fatto entrare a casa sua: è proprietà della sua famiglia da 180 anni; lui vive a Tehran, ma nei giorni di festa viene qui a sistemarla: spera di riuscire ad aprirci un hotel nel giro di due anni. Ha il classico cortile interno, questo senza piscinetta ma con degli alberi antichi, e i vari edifici attorno.

Stanotte prevedo una bella notte di sonno. Ieri sera non riuscivo a dormire perché la stanza era troppo calda (per il riscaldamento) anche con la finestra aperta, e in più entrava un sacco di rumore dalla strada vicina. Qui invece si sta benissimo. C’è il riscaldamento acceso, ma non fa troppo caldo (anche perché la stanza è grande tre volte quella di ieri; abbiamo addirittura un materasso per gli ospiti, se qualcuno volesse venire a trovarci) e non si sente volare una mosca. E si mangia anche bene in questa khan. Con 10 euro abbiamo mangiato montone stufato con fagiolini e carote e un piatto di verdure con melanzane e non ricordo che altro; il tutto con del riso bianco con una spruzzata di zafferano e del buonissimo yogurt. Dopo i panini di questi giorni è stato un bel cambiamento. Dei tedeschi però si lamentavano con una Taiwanese che mangiano bene solo quando si cucinano loro (vivono a Tehran dall’estate scorsa), perché l’unico piatto vegetariano commestibile sono i falafel (non dev’essere facile essere vegetariano in Iran).

Domani non sappiamo ancora cosa fare. C’è la possibilità di passare una notte nel deserto per 70 dollari (per due persone), ma forse con il freddo che fa di notte di questa stagione non è il periodo migliore per un’esperienza simile. Boh. Penso che decideremo domani mattina.

20h52 Siamo seduti sui divanetti attorno alla piscina nel cortile dell’hotel a bere tè. Ora fa freschino. Dev’essere bellissimo d’estate, rinfrescarsi qui dopo la calura del giorno.

Devo raffinare la mia capacità di lavarmi dopo aver fatto la pipì. Come in tanti altri paesi, anche qui non si butta la carta igienica nel water e allora piuttosto di tenermela nel sacchetto della spazzatura per giorni mi lavo anch’io come fanno gli iraniani (vicino alla tazza alla turca c’è sempre anche un rubinetto per lavarsi); solo che devo imparare a farlo senza bagnarmi tutta.