Secondo giorno a Kashan
14 Febbraio 2015
7h50
Profumo di pane appena sfornato. Fanno questo pane rotondo del diametro di circa 50 cm, fino, cotto in un forno rotondo, con a volte dei semi di finocchio o sesamo, ne comprano 2 o 20 fette e se le portano in giro sottobraccio, senza sprechi di carta o plastica. Poi ce lo offrono a colazione o cena e a noi piace tanto. Per i panini del pranzo invece usano un pane tipo baguette, però morbido e ciungoso.
14h15 Siamo tornati all’hotel a bere un tè e riposare. Anche oggi abbiamo camminato i nostri chilometri. Siamo stati ai Fin’s Garden, Bagh-e Fin, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, dove c’è una sorgente d’acqua magica, perché non si capisce da dove venga. Qui Amir Kabir, un primo ministro un po’ scomodo, era stato prima segregato e poi ucciso, mentre si faceva il bagno nell’hammam. Mentre aspettavamo il bus per tornare in paese (i giardini sono a circa mezz’ora di bus) un negoziante mi ha regalato un profumetto orribile (va molto l’acqua di rosa qui, ma quella che mi è stata regalata dev’essere particolarmente vecchia) e in cambio mi ha chiesto una penna dell’Italia. In borsa avevo una dell’Istat, eredità del censimento, e gliel’ho regalata volentieri.
Tornati in paese una vecchietta che continuava a tenermi per mano voleva che prendessimo il taxi per andare al bazaar, mi sa che ci è rimasta male quando le ho detto che avremmo camminato; forse sperava di esserci utile. Al bazaar Ali (una specie di guida del bazaar; praticamente attacca i turisti e li porta a vedere le botteghe dei suoi “cugini”) ci fa vedere i tappeti del suo amico, il quale s’incazza quando viene a sapere che Ali ci stava offrendo i tappeti a 50 dollari, mentre costano 100. Forse Ali non sapeva che 50 è il prezzo per gli Iraniani; ma non credo; probabilmente l’amico voleva solo giocare al ribasso un po’. Ok. Comunque anche se fosse stato un prezzaccio è troppo presto per pensare a un tappeto, ce lo dovremmo portare in spalle per altri 10 giorni.
Ennesimo paninetto, questa volta coi wurstel, e poi qui, al nostro super tranquillo hotel, perché non ce la facevo più a camminare. Comunque fa caldissimo, non me l’aspettavo! Con il giubbotto invernale sto soffrendo e non me lo posso togliere perché ci vuole qualcosa che copra bene il sedere.
17h53 Siamo all’Abbasi traditional restaurant di Kashan. Abbiamo preso un mix coffee (caffè solubile, che a Luca piace tantissimo perché è super dolce) e yoghurt intero con cetriolo e cumino. Ora abbiamo ordinato Mossama Bademjan with Camel Meat (cammello con melanzane) e Abbasi Special Dizzi (montone, fagioli bianchi, ceci e cipolla). Ci costerà una fortuna, ma è San Valentino! <3
L’ABBASI è un’altra delle case tradizionali tipiche di Kashan. Prima siamo stati alla TABATABEI, con bellissimi stucchi e specchi; poi all’Hammam-e Sultan Mir Ahmad, un bagno turco molto bello, ricco di maioliche, stupendamente restaurato, che è uno dei più belli dell’Iran; il tetto ha delle cupole parzialmente vetrate per far entrare la giusta quantità di luce. E infine qui, una casa tradizionale su 5-6 piani. Quasi tutte le case hanno dei lavori in corso. Del resto i muri sono di sabbia e paglia e gli stucchi sono molto delicati, hanno bisogno di costante restauro.
Qui con il tè (chai, come in India) o il caffè ti portano dei biscottini speziati o i datteri. A Tehran vedevo la gente prendersi dei datteri da vassoi all’entrata di alcuni negozi; pensavo stessero rubando, invece sono proprio offerti. Dove abbiamo cenato a Tehran c’erano dei cioccolatini buonissimi, che ci hanno offerto prima di cena.
Il Dizzi viene servito in una specie di zuppiera stretta ed alta; dentro ci sono la minestrina e la carne con i ceci. Si versa la minestrina in un piatto, mentre carne e ceci vengono pestati dentro la zuppiera. Alla fine l’impasto viene messo in un piatto e si mangia con il pane. Luca dice che non ha mai mangiato niente di più buono di quella minestrina di montone. Era tutto contento.
Abbiamo mangiato molto e tutto buonissimo, per il corrispondente di 10 euro. Non è niente, se pensiamo che in Italia non compriamo neanche una pizza per una persona a 10 euro. Ma noi abbiamo un budget di 100 euro al giorno, e dobbiamo stare attenti a quel che spendiamo. Vabbè, è San Valentino, non sgarriamo ogni giorno. E poi per strada tornando verso la guesthouse ho trovato una banconota dello stesso importo… 10 euro, che qui ci sembrano 50!