26 Settembre 2010
Domenica mattina a Pokhara. C’è un gran caldo e un bel sole. Internet mi sta facendo impazzire da quanto è lento, al solito.
Ho deciso di scrivere un blog per non star lì a mandare mille email con le stesse info, e soprattutto per mia mamma, che ogni volta che al telefono mi chiede cosa ho visto e cosa ho fatto non so cosa risponderle. Quindi non vi aspettate scene erotiche, perlomeno non con me protagonista (me le dovrei inventare comunque visto che io non becco mai!).
E così eccomi qua. Un po’ alla volta spero di riuscire a descrivere tutto il viaggio o almeno i passi più interessanti.
Pokhara è a 200 Km a ovest di Kathmandu, raggiungibile in 6-8 ore di bus. Ieri da Bandipur ci abbiamo messo 3 ore circa. Sul tetto del bus, di nuovo. Più comodo stavolta però, perché eravamo solo Hilde e io e c’era un sacco blu che mi son messa sotto la schiena; quasi prendevo sonno, si stava benissimo con quel sole. Hilde si è presa un filo elettrico in faccia, ma a parte questo tutto a posto (viaggiare sui tetti degli autobus offre una bella vista, ma bisogna stare attenti).
C’è un lago qui vicino, e siamo circondati dalle montagne del complesso dell’Annapurna. Un sacco di attività sono offerte ai turisti, dal bungee jumping al parapendio guidati da un falco, kayaking e meditazione, ma io che son pigra e paurosa non farò niente.
Siamo venute qui perché è il punto di partenza per uno dei trekking più famosi del Nepal. L’Annapurna. C’è la possibilità di fare il “circuito”, che in 14 giorni circa ti porta fino a 5416 metri di altitudine, ma noi ci limiteremo a fare quello che è chiamato il “santuario”, 12 giorni fino ad un max di 4095m. Questa è l’idea, ma finché non parto non ci credo. Son talmente pigra che potrei decidere di passare 10 giorni in riva al lago invece. E’ che non si può venire in Nepal e non andare a camminare, giusto? O forse sì… Magari se sfortunatamente mi slogo una caviglia prima della partenza…
Quando siamo arrivate in ostello ci siamo ritrovate in camera (un dormitorio da 6 letti) un ragazzo olandese conosciuto a Kathmandu. Un gran figo, ha fatto il modello ed ha partecipato a uno show in cui doveva viaggiare da Beijing a Bombay in autostop (n.d.r.: un reality che poi sbarcherà anche in Italia). Fa anche delle foto incredibili. Seduto di fronte a me in sto momento. Ha una bocca perfetta e una bella barba bionda.
Non sembra di stare in Nepal qui. Si trovano addirittura bistecche ai ferri con le patatine. E la sera ci sono un sacco di locali con musica dal vivo fino alle prime ore del mattino. Ero abituata a Tibet e Kathmandu, dove tutto chiude tra le 22 e 24. Beh, ieri sera io alle 22 ero già stanca e ho piantato Hilde in un bar con la sua vodka. C’era anche sto J comunque, son sicura che non ha sentito la mia mancanza.
Si è fatto più caldo a Pokhara. Oggi pomeriggio dovremmo andare a procurarci il permesso per il trekking e a registrare il nostro itinerario. Se riesco a staccarmi da internet…
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Prossima fermata: Notte prima della faticaccia sadomaso.