11 Giugno 2012

Stanno tutti guardando Inghilterra-Francia. In Europa come in Tanzania. Ho saputo dalla gente in strada stamattina che l’Italia ieri ha pareggiato con la Spagna. Della gente al pub mi aveva invitata a guardare la partita con loro stasera, ma non mi va di star fuori col buio (e qui alle 18.30 è già notte).

All’inizio Lindi non mi aveva fatto un’ottima impressione. Stamattina quando sono uscita ho camminato un po’ lungo l’oceano e dei pescatori a cui avevo fatto una foto da moooolto distante (facce indistinguibili) mi hanno fatto andare da loro e quando sono stata lì mi han chiesto dei soldi per la foto. 100 Tsh, cioè 5 centesimi di euro. Più una presa per i fondelli che una vera richiesta di risarcimento, ma mi ha un po’ disturbata la cosa. Poi però sono stata in stazione a fare colazione (vicino alle stazioni dei bus ci son sempre i baretti più loschi ed economici) e finalmente ho avuto la mia razione di chai e chapati che tanto mi mancava. E lì fuori ho parlato un po’ con un signore simpatico. Praticamente in 10 minuti avevo già visto tutto quel che c’era da vedere in città. La costa con i pescatori, la German Boma anche qui come a Mikindani, però abbandonata e decadente. La rotatoria principale. I due ristoranti indicati nella Lonely Planet. Non sapendo cosa fare mi son lanciata in uno di questi per una seconda colazione. Con caffè stavolta. Niente a che vedere con il caffè del Africafé in Arusha, un normale caffè solubile, però mi dà l’illusione di bere qualcosa di cui ho bisogno. Sono stata lì quasi un’ora. Poi mi son alzata con l’idea di tornare in albergo per stare un po’ in internet, perlomeno durante le ore calde (il tè e il caffè mi avevano fatto sudare come una matta), e son passata vicino al pub dei poliziotti con la pubblicità della birra in bella mostra e mi è venuta una gran voglia di berne una. 11.30 della mattina. Lì c’era un tipo, Cuthbert, che mentre prendevo la birra ha cominciato a parlarmi un po’. Mi son seduta a un tavolo e ho cominciato a leggere il mio libro e la cameriera mi porta un tovagliolo con il numero di telefono di Cuthbert. Poi mi arriva una birra offerta da lui (ops). E dopo un po’ arriva pure lui. Alla fine la birra è andata a un suo “fratello” (io ero già brillina dopo la prima), ma mi ha offerto il pranzo (indovinate un po’? Chipsi mayhai, la frittata di patatine). Siamo stati lì un paio d’ore a parlare di niente. Mi ha detto di essere un businessman. Qui un po’ tutti se non hanno un lavoro con un nome determinato, sono “agents” o “business people”. Questo lo doveva essere per davvero visto che portava le scarpe. Ha fatto un po’ il misterioso, ma alla fine mi ha detto che vende carbone a Dar Es Salaam. Non ho capito bene, ma non dev’essere completamente legale, perché deve pagare i poliziotti e tenerseli amici (per questo è sempre al bar della polizia). Mentre eravamo lì è venuto un vecchietto a vendere cocomeri; gli ha chiesto qualcosa in swahili, si allontata e dopo un po’ lo vedo che torna con due sigarette, una per lui e una per Cuthbert; si era seduto al tavolo con noi ma il mio amico l’ha mandato via. Credo gli abbia offerto il pranzo però, oltre alla cicca. Comunque dopo un paio d’ore ha deciso che ne aveva abbastanza e mi ha detto che aveva una questione da sbrigare. E’ tornato all’altro tavolo a finirsi la birra con gli amici. Ci siamo dati appuntamento per le 6 della sera per fare non so che.

lindi

Allora son tornata in albergo. Ci son stata poco, giusto per lasciare che passasse la calura di mezzogiorno. Alle 3.30 circa sono andata in spiaggia a leggere. All’ombra, perché vestita da capo a piedi non sto bene al sole. Una ragazza è venuta a chiedermi dei soldi, ma non ha insistito troppo. Una barchetta ha attraccato in spiaggia e dal nulla è comparsa una folla di gente per partecipare alla solita asta del pescato. Dopo un po’ è arrivato Francis. Visto che sembrava non volermi lasciare sola, gli ho chiesto di accompagnarmi per una passeggiata lungo il mare. Abbiamo camminato a lungo ed è stato molto piacevole perché parlava un buon inglese e mi ha spiegato bene il sistema scolastico tanzaniano. Praticamente le scuole pubbliche sono gratis per i primi 7 anni (primarie) e costano poco per le superiori. Però se non superi gli esami del settimo anno, non puoi passare alle secondarie. Puoi solo entrare in una scuola privata, che però solo in pochi si possono permettere. Ci sono anche università pubbliche, a numero chiuso, solo per i più meritevoli, e lui è uno di questi. Ha studiato medicina e lavora all’ospedale regionale di Lindi. Spera un giorno di riuscire a fare un master all’estero, perché sarebbe un’ottima esperienza per il suo curriculum, ma è molto difficile ottenere delle borse di studio. Siamo passati davanti a un gruppo di persone che ho visto in spiaggia anche ieri sera; mi avevano invitato a pregare con loro. Francis mi ha spiegato che stanno facendo le prove di canto. In spiaggia perché con il rumore delle onde che copre il coro, si sforzano di più e la loro voce diventa più forte. O qualcosa del genere. Mi è dispiaciuto doverlo mollare per andare da Cuthbert, ed ero tornata a cercarlo, ma non ho ben capito in che bar era andato a vedere la partita. Comunque cavoli, anche qua faccio fatica a star dietro a tutti i miei uomini! 🙂 ovviamente è una battuta.

E poi questi altri che mi hanno invitata a vedere la partita con loro, e l’oceano a due passi (anche se ci posso mettere solo i piedi dentro, il suono delle onde mi culla la notte), la guest house che è carina e costa poco (oggi hanno fatto le pulizie, mi hanno cambiato le lenzuola e messo un asciugamano pulito e il sapone, manca solo la carta igienica)… mi è venuta voglia di star qua un’altra notte. Vediamo come mi sveglio domani mattina.

Mi sa che non vado a vedere il secondo tempo perché ho già sonno.