da | Giu 23, 2020 | Repubblica Dominicana
9.30 circa del 3 Aprile 2014
Anche stamattina ci siamo svegliati alle 7.30, ma siamo rimasti a letto a giocare… a Sudoku! Altra buonissima colazione. Starei qui solo per tornarci ogni mattina, fino al 21 del mese. Luca invece oggi si è preso due cornetti al supermercato qui di fronte.
Ieri sera per cena abbiamo comprato mezzo pollo per strada. 250 RDS. Secondo me non ne è valsa la pena: il pollo era buono, ma la juta no. La juta della signora qui della colazione invece è buonissima, morbida, condita con un po’ d’olio e la cipollina dolce. Speciale. Domani mi faccio fare la porzione da 100 RDS, con in più il formaggio! Ma si chiama juCa o juTa?
8.24 del 4 Aprile
Ultima colazione a Cabarete. Non è ancora pronta stamattina. Anche stavolta mi dispiace partire, nonostante all’inizio sembrassero troppe tre notti. Mi piaceva la routine: colazione buona e sostanziosa, passeggiata in mare, un po’ di lavoro e facebook, un po’ di spiaggia, cenetta, internet di nuovo, magari in piscina. Intanto Luca ha preso due paste giganti al super. Qui abbiamo trovato le paste più buone finora. Oggi c’è anche il sole, avremmo potuto abbronzarci, peccato doppio dover partire.
Da quando siamo in viaggio ogni mattina veniamo svegliati da qualcosa: cani che litigano, galli, il raglio di un asino, e … zanzare. Nelle ultime due notti. Fastidio. Zanzare che ti ronzano nelle orecchie e ti pungono 5 volte nella culatta. Alla faccia dell’Autan o di quell’altro coso ancora più forte che ormai è finito. Ieri ho comprato un braccialetto bellissimo in un negozietto che vende mille pietrine e spaghetti.
Mentre eravamo qua ad aspettare la colazione son passati i fornitori della caffetteria: un vecchietto con un sacco di arance che però erano troppo care o troppo piccole, un pick-up colmo di banane, di cui un casco è finito appeso all’entrata della caffetteria, un altro pick-up con arance, meloni, mango, non serve niente grazie.
La colazione da 100 con il formaggio fuso è ancora più incredibile dell’altra. Sto scoppiando dalla gioia.
12h16 BAHIA BLANCA HOTEL, Rio San Juan
Mamma mia che meraviglia sto posto. La nostra camera è tre piani sopra il mare, ci potremmo tuffare dal terrazzo. Ci saranno solo le onde a svegliarci domani mattina.
Il Bahia Blanca Hotel a Rio San Juan
L’hotel è proprietà di una vecchietta del Quebec, il Canada Francese. L’arredamento è vecchio quanto lei, ma a me piacciono le sedie ed i tavolini bianchi, il divano verde macchiato, il copriletto a fiori e le tende di plastica azzurrine. Dalle due finestre vedo il mare, una porta si apre su un bel terrazzo con sdraio, tavoli e sedie, l’altra porta si apre direttamente sul mare (solo che appunto siamo un po’ altini). Ci ha fatto pagare solo una notte perché dice che la gente si stanca perché Rio San Juan è troppo tranquillo e chiedono indietro i soldi che hanno anticipato. Mah. Intanto andiamo a fare il bagno. Vedo il mare mentre sono seduta sul water.
18.49 Io adoro questo posto. Magari non c’è molto da fare, ma in questo momento sono sul terrazzo davanti alla mia camera, con il sole che sta tramontando oltre il mare, che leggo e che scrivo, con solo il rumore delle onde e qualche musica lontana. Che altro mi può servire?
da | Giu 23, 2020 | Repubblica Dominicana
2 Aprile 2014
8.45 Siamo qui in strada che facciamo colazione. A CABARETE!
Colazione da campioni: ovetto fritto, salamino fritto, yuta e un po’ di cipollina dolce. Buonissimo! Luca subito si era rifiutato, voleva qualcosa di dolce. Però ha cambiato idea in fretta e si è preso un piatto anche lui.
Siamo arrivati ieri verso mezzogiorno, dopo un viaggio piuttosto lungo. Il bus dell 6.30 che doveva portarci direttamente a Santiago in realtà era alle 5.30. Quindi abbiamo preso una camioneta fino a El Alambico, seduti dietro sul cassone perché io ho insistito, per risparmiare quei 75 pesos, e Luca arrabbiato perché faceva un gran freddo ed era tutto bagnato dell’umidità della notte. Poi con il freddo e l’aria della corsa della macchina, gli si è fatta la brina sui baffi.
Prima dell’alba, sul pick-up da Constanza, un Luca piuttosto incazzato
A El Alambico abbiamo preso subito un gua-gua per Santiago. Che differenza rispetto ad Haiti, dove per fare gli stessi chilometri impiegavamo una giornata! Avevamo già messo gli zaini su un gua-gua che doveva partire da El Alambico e io mi stavo gustando un buon caffè dominicano fatto con la moka nell’attesa che il gua-gua si riempisse, quando arriva un gua-gua da Santo Domingo che dice di andare a Puerto Plata, che è dopo Santiago, dove dovremmo andare noi. Allora via di corsa con loro, rovesciandomi addosso il caffè.
Per strada prendono su delle donne che non volevano salire con noi perché, essendo il gua-gua diretto più a nord, non le avrebbe portate in centro a La Vega dove volevano andare loro. Ma l’autista ha promesso che sì, le porterà là . “Se non mi porti in piazza San Martin non ti pago”. Alla fine lui entra un po’ in paese, loro si fanno scalare i soldi del moto-taxi che devono prendere per arrivare alla piazza, e dopo varie discussioni possiamo ripartire per Santiago. Perché ha mentito anche a noi il tipo, non va a Puerto Plata. Però ci smonta proprio dove dobbiamo prendere l’altro gua-gua, e considerato quanto è grande Santiago e quante “stazioni” ci sono, è una buona cosa.
A Santiago vado a prendere un altro caffè nella speranza di trovare un bagno ed ecco che arriva il bus: altra scottatura con il caffè per berlo di corsa. Un’oretta e mezza di gua-gua con aria condizionata e siamo a Puerto Plata. Ultimo cambio. Finalmente riesco ad andare al bagno (dell’ospedale) e ultimo gua-gua, che parte subito perché è già strapieno. Luca è seduto con un palo che gli trafigge una chiappa e le gambe raccolte, che dopo un po’ non le sente più. Un’oretta e siamo a Cabarete. Oltre ad aver viaggiato malissimo, abbiamo anche dovuto pagare un extra per gli zaini. Prima volta che ci succede.
All’hotel ci volevano appioppare la camera da 50 USD, ma ho detto che avevo chiesto specificamente quella da 35. Alla fine ci danno quella da 40 (con bagno privato), però non sono inclusi né colazione, né cena. Panico. Perché qui siamo in un posto super-turistico, troveremo qualche ristorantino locale con riso e pollo a 150 RDS?
Mentre aspettiamo che preparino la stanza ci prendiamo un hamburger di churrasco al ristorante dell’hotel (hotel = un bosco con delle casette e una piscina in mezzo), era l’unica cosa che costava meno di 200 pesos. Buono lui, anche se mancavano le patatine e ho più fame di prima. Stanza pronta. Bellissima, spaziosa, la prima che abbiamo con delle finestre vere (e anche grandi) da quando siamo partiti da casa, bella colorata e pulita. Internet non arriva fino a qua, ma vabbé, me ne farò una ragione.
Usciamo, e un moto driver ci dice che c’è un comedor più avanti, in centro paese. Ci andiamo, e in effetti troviamo il plato del dia (pollo o maiale con riso) e mangiamo. Sto meglio. La via è piena di negozietti e ristoranti. Sembra di stare a Riccione. Entriamo in spiaggia. Una miriade di kitesurfers e windsurfers. Troviamo un angolino sotto le palme e ci apprestiamo a passare il pomeriggio a fare assolutamente niente. Non si sta niente male. Bagnetto per fare la pipì e sonnellino. Anche qui palazzi con appartamenti sulla spiaggia. Davvero siamo in Repubblica Dominicana?
Tutto questo succedeva ieri. Soddisfatta della buonissima ed energizzante colazione, possiamo andare a fare una passeggiata in spiaggia. Mi son fatta promettere da Luca che torneremo qui anche domani.