da | Giu 18, 2020 | Repubblica Dominicana
27 Marzo 2014
8.42 Pilacca.
Piove talmente tanto che per venire a fare colazione al bar vicino all’albergo siamo saliti al primo piano dove c’è un salone che forse nei tempi d’oro veniva usato come sala da ballo, e siamo scesi al bar da un’altra scala. Non si può fare neanche mezzo metro sotto l’acqua. Cioé, “non si può”, noi non possiamo; in realtà ho appena visto passare una moto con 4 sopra, di cui un bimbo di un paio d’anni, con un telo tirato sopra alle teste. Eh beh, quando non si ha l’automobile e bisogna andare da qualche parte, non si può fare tanto i difficili.
10.05 Luca è arrabbiato perché dice che non parlo mai. Forse è vero, ma stavo guardando i siti degli hotel per capire dove dormire a Santiago; se avessi trovato qualcosa di interessante l’avrei condiviso con lui. Dice che sono abituata a stare da sola e che mi piace. Sì, è vero, ma mi piace anche stare con lui.
Non piove quasi più. Luca se n’è andato in camera, sempre più arrabbiato.
Ora deve aver smesso completamente perché un tipo sta lavando la macchina. Ha smesso di piovere ma io non ho voglia di andare in giro. Oggi starei tutto il giorno qui a fare niente.
16h30 Non piove ma c’è un gran vento. Secondo me fra un po’ ci arriva qualcosa in testa. Siamo al Comedor Yvelise, lo stesso di ieri, a mangiare ancora capretto e bere birra. Dopo tanto pollo, un po’ di capretto ci sta tutto. L’insegna dice “Benvenidos a Choza”, mi sembra quasi di essere a Venezia.
28 Marzo – 10.33
Siamo ancora qui a Monte Cristi. Costa poco e si sta bene, abbiamo bisogno di rifocillarci dopo 10 giorni ad Haiti.
Oggi c’è un gran sole e fa caldo, ma qui sulla terrazza dell’hotel si sta proprio bene.
Pomeriggio. Schei fa schei, i peoci fa peoci. Luca ed io stiamo pensando a come arricchirci. Siamo seduti su una panchina della bruttissima spiaggia di Monte Cristi. C’è talmente tanto vento che ha mosso tutta la sabbia e sembra di stare a Sottomarina. Una bella coltivazione di pidocchi metteremo quando torniamo.
Venerdì: si fa festa con casse, musica e birra sul lungomare di Monte Cristi
Anche oggi il mio Fracchino ha fatto un’opera buona: c’era una conchiglietta che camminava per strada, evidentemente persa. Lui l’ha presa e l’ha buttata in mare, salvandola da morte certa.
E’ venerdì sera e alla Terraza Fedora c’è festa. Non fa ancora buio ma si beve e si balla. Vedere come si muovono al ritmo di questa musica così sensuale mi fa invidia; mi da proprio fastidio essere mobile come un tronco io. Stiamo qualche minuto a guardare la gente che balla dall’altra parte della strada, poi ce ne torniamo in hotel. Pizza al taglio veloce da un buco vicino al supermercato, servita da una ragazza che continuava a chiamarmi “tesoro” e “amore”.
da | Giu 17, 2020 | Haiti, Repubblica Dominicana
26 Marzo 2014
7.25 Siamo in stazione a Cap Haitien, sul caldissimo tap-tap per Ouandinthe, sul confine. In teoria sono 3 ore di viaggio. Speriamo. Siamo anche belli pieni, pronti a partire. Colazione al Croissant d’Or. Bello tornare in un posto conosciuto, ti fa sentire a casa. C’è puzza di piedi qui dentro. Comincio a pensare che siano quelli di Luca! Solita confusione e tanta immondizie, sulle strade e nel canale. Un peccato, visto che il centro città era così pulito e ordinato, un tale contrasto rispetto Port-au-Prince!
Poco dopo la partenza ci siamo fermati per gonfiare una ruota. Per fortuna ci sono sti meccanici lungo la strada che in pochi minuti sistemano tutto. Chiamarli “meccanici” forse è un po’ troppo. Hanno due ferri e un compressore a benzina, senza un’officina o un ufficio. Fanno tutto sul ciglio della strada in pochi minuti, non c’è neanche bisogno che l’autista spenga il motore.
9h44: Au revoir tap-tap et “Dieu tout Pouissant” (stampato ovunque, dai tap-tap alle banche, sui muri delle case, a caso…), bienvenidos gua-gua e “Cristo ya viene”. Siamo a DAJABON, sul gua-gua per Monte Cristi, la nostra destinazione finale per oggi. Speriamo che l’hotel sia decente perché abbiamo bisogno di riposare un po’! Abbiamo perso qualche euro nel cambio dei gourdes in pesos (avvenuto per strada da un uomo a caso, un ufficio di cambio autorizzato non esiste), ma abbiamo risparmiato 40 dollari a testa venendo in tap-tap anziché con Caribe Tours: 25 dollari (-5 spesi da noi per i mezzi pubblici) per il pullman e 20 per la frontiera haitiana (all’ufficio del Caribe Tours ci avevano chiesto 30 USD per le tasse doganali: 10 per la frontiera dominicana, che abbiamo in effetti pagato, e 20 per la frontiera Haitiana, che invece non ci sono stati chiesti quando siamo usciti). Ci conferma che quando si viaggia con gruppi di stranieri tutti ne approfittano, è meglio arrangiarsi quando si può. Certo, magari il bus diretto era più comodo, ma ci è andata abbastanza bene dai. Il tap tap dopo mezz’oretta si è svuotato, e ora il gua-gua è climatizzato e comodo, ognuno con il suo posto assegnato. La Lonely Planet diceva che ci volevano tre ore per arrivare alla frontiera ad Haiti, invece in un’ora e mezza l’avevamo anche passata.
Che ridere, quando siamo arrivati a Ouanaminthe, appena scesi dal tap-tap siamo stati assaliti da una ventina di moto, tutti che ci volevano portare al confine. Luca è stato bravo, ne ha scansati un po’, si è acceso una sigaretta, mantenendo la calma. La moto dovevamo prenderla, ma a lui dava fastidio che ci avessero assaliti a quel modo. Io a vederlo così mi sono messa a ridere, sapendo come doveva essere in realtà super-nervoso, dietro la calma apparente, ed ho spiegato ai moto-tassisti che ci dovevano dare spazio o quello lì sboccava. Alla fine una moto a testa e con neanche un dollaro siamo arrivati alla frontiera. Primo ufficio e timbro per uscire da Haiti, qualche centinaio di metri lungo uno stradone, e la frontiera dall’altra parte. Seguiti da un gruppo di persone che volevano cambiarci le gourdes. Alla fine il primo ci aveva fatto l’offerta migliore e siamo tornati da lui.
18.30 MONTE CRISTI Che bello, che serenità ! Ora mi rendo conto che Haiti non è stata per niente facile. Paghiamo 650 pesos per dormire, circa 12 euro, in una stanza senza finestre verso l’esterno, che quando scoreggiamo ci sentono alla reception, ma è pulita, spaziosa e profumata. Due caffè ci sono costati 30 RDS, che di là neanche in strada li pagavamo così poco. Abbiamo mangiato un piatto a testa con riso e capretto e sono stra-piena, non c’ero più abituata. Internet ovunque o quasi e libero, non come ad Haiti che dovevamo andare negli hotel di lusso e pagare. Gente cordiale che ti saluta e ti sorride per strada, nessuno di rabbioso o violento, gli autobus non hanno bisogno di rubarsi i passeggeri.
A Monte Cristi la spiaggia è un po’ lontana e niente di che, non credo che farò il bagno, ma in centro c’è gente ed è piacevole. Un supermercato con una corsia dedicata agli assorbenti, un bancomat funzionante a due passi dall’albergo. Non sembra neanche vero. La gente qui sta bene. Prima è passato uno con una Yamaha R1 (ha detto Luca). Siamo sul molo ora, si sta divinamente. Ci sono 4 uomini che si sono portati una cosa da bere e si sono messi in fondo al molo in attesa del tramonto. Belli.