Un lassi per ricordare
A volte quando sono a casa mi faccio un lassi. E’ una bibita deliziosa a base di yogurt e frutta che ho scoperto e adorato e di cui ho abusato in India.
Me lo preparo perché, come molti indiani mi ricordavano mentre ero là , è “24 hour power”. Se ti senti un po’ debole ti tira immediatamente su. In realtà a volte sembrava avere una sfumatura sessuale, come se mi volessero dire “ecco, ora puoi fare sesso finché vuoi, per 24 ore almeno”. Qualunque fosse la loro intenzione, ogni volta il lassi mi riporta al viaggio incredibile che ho fatto in quel paese colorato.
In realtà ho bevuto il primo lassi in Nepal, a Janakpur, che essendo una città di frontiera ha molte similarità con l’India. Il lassi era delizioso, guarnito con granella di pistacchio. Me lo ricordo ancora bene. Ero stata attirata da un gruppetto di persone attorno a un uomo che serviva una bibita giallognola in alti bicchieri di vetro. In quel momento non sapevo che sarebbe stato il primo di una lunga serie di lassi.
Ho bevuto lassi praticamente ovunque, ma alcuni mi sono rimasti particolarmente impressi. Uno dei lassi più buoni è stato a Varanasi, in un posto “famoso” (di cui ne parla anche la Lonely Planet), un po’ difficile da trovare come qualsiasi cosa nel labirinto che è Varanasi. Ma se cammini per la città sicuramente ci capiti, prima o dopo. Ora che scrivo “famoso” mi viene un po’ da ridere, perché uno che non è mai stato in India magari si immagina un posto un po’ posh, tipo una gelateria occidentale, invece era una botteghetta al piano terra, lungo la strada, con un ragazzo seduto per terra che pestava e mescolava il lassi dentro a dei contenitori di latta. “Blue Lassi Shop” si chiamava (ho salvato la foto col nome del “negozio”). Non mi ricordo se qui il lassi c’era sia semplice o alla banana, o solo alla banana. Comunque io l’ho sempre preso alla banana, the best.
Un altro lassi delizioso era a Jaipur (o Jodhpur? non mi ricordo più). Questo era più simile a una gelateria all’occidentale, molto spartana, con dei posti a sedere in cui ti potevi godere il tuo fresco lassi. E c’era anche una bella varietà di frutta tra cui scegliere. Faceva molto caldo in Rajasthan, e il lassi ha salvato vite (la mia più di una volta insomma).
Un lassi mi ha fatto star male. Ero a Calcutta e ne ho comprato uno lungo la strada (come quasi sempre del resto). Mi ero scordata di chiedere di averlo senza ghiaccio. Il ghiaccio in India è fatto normalmente con l’acqua del rubinetto (o delle fontanelle lungo la strada) e io lo sapevo bene che assolutamente non si deve bere l’acqua del rubinetto in India. Ma un po’ perché non volevo essere scortese, un po’ perché ero stata un mese in Nepal senza mai stare male (ed ero convinta di aver fatto gli anticorpi ormai), ho deciso di berlo comunque. Pessima decisione. Sono stata a letto per una settimana con diarrea e vomito. Ma questo sfortunato evento non intacca minimamente il ricordo prezioso che ho di Calcutta.
Poiché ho condiviso molti momenti a base di lassi con altre persone, il lassi mi ricorda anche le persone dell’India. Sono molto curiose e amano parlare agli stranieri e sentire le loro storie; per questa ragione a volte sono un po’ pesanti, ti tampinano con le loro domande, spesso sempre le stesse, e non ti mollano se non dopo qualche risposta sgarbata; ma per lo stesso motivo sono molto ospitali, ti invitano a casa loro e ai loro matrimoni. E così è come si dovrebbe affrontare il lassi e l’India: con cuore e mente aperti, e sarai premiato con l’esperienza più intensa che tu possa mai vivere.