31 Marzo 2014
Sono le 11.30 circa. Siamo all’entrata della Reserva Cientifica Ebano Verde che aspettiamo il tipo che venga ad aprirci il cancello. Potremmo anche scavalcare in effetti. C’è talmente tanta gente che vuol vedere questo parco che non c’è neanche un portiere fisso. L’ha chiamato l’autista del gua-gua.
Ieri sera Luca è tornato in camera ripetendo le parole “Tambien” e “Manana”. “Tambien, manana”.
Hai imparato due paroline Luca? Ma seto cosa vuol dire “tambien”?
No.
Anche.
An boh. Mi i me ga domandà “Tambien?” e ghe go risposto “sì”. (Mi hanno chiesto “tambien?” e io ho risposto “sì”)
Forse ti hanno chiesto “Estas bien?”, “tutto ok?”
Mmm… no. Era “Tambien”
Magari non pronunciano la “s” e si sente “ta-bien”
Mmm… no. Dicono tambien per chiedere se sto bene.
An, ok allora.
16.04 Dopo aver atteso inutilmente per un’ora abbiamo deciso di entrare nel parco. La strada era chiusa da un cancello, ma passando un po’ in mezzo alla sterpaglia si poteva circumnavigare. Dopo una mezz’ora che eravamo per strada dentro al parco arriva un ragazzo, il responsabile. “Come avete fatto ad entrare” ehm… Per andare dall’altro lato del parco, dove c’è l’altra uscita, bisogna camminare 3 ore circa e l’altra parte è sotto la responsabilità di un altro. Ora lo chiamo, vediamo se potete andare. No, ci vuole l’autorizzazione da Santo Domingo. Potete arrivare solo fino ai ripetitori. ???? Che autorizzazione? Nessuno ce ne aveva parlato prima e la Lonely Planet non ne fa cenno. Comunque ok, andiamo fino a là . Una famiglia vive lì, con due ragazzi che anziché andare a scuola giocano con gli aquiloni. Ne frego uno per un po’ al bimbo più piccolo, ma sono incapace di farlo volare. Torniamo alla strada.
I 500 pesos, quasi 10 euro, di gua-gua me li sarei mangiati e bevuti volentieri, anziché spenderli per cercare di far volare un aquilone.
A pochi metri dall’entrata del parco c’è un santuario dedicato alla Vergine Maria, con una vecchietta che sta lì tutto il giorno a tenere l’area pulita e ad accogliere i pochi visitatori. Mentre aspettiamo il gua-gua di ritorno, qualcuno passa e ci saluta, qualcun altro si fa il segno della croce (per la Vergine, mica per noi).
Quando arriviamo a Constanza, Luca ha una visione: una porchetta! Lungo la strada c’è un tipo con una porchetta intera bella cotta. Ci facciamo tagliare un pezzo con il machete, un po’ di yuta di contorno e il pranzo è servito. Niente male!
19h30 Siamo a mangiare l’ultimo hamburger. Domani alle 6.30 si riparte per Santiago, dove prendere il gua-gua per il nord, ci stanno aspettando a CABARETE!