La fotografia ai tempi del coronavirus

la fotografia ai tempi del

coronavirus

come superare la noia dell’isolamento con la fotografia 

In Italia siamo in isolamento da più di un mese a causa del coronavirus.

Possiamo uscire di casa solo per andare al supermercato o in farmacia. 

Per chi ama la fotografia stare senza fotografare rende tutto ancora più difficile. 

Ecco cos’ho fatto per continuare con la mia passione.  

A caccia di luce

photography during coronavirus: chasing light at home

La prima cosa che ho fatto è stata cercare situazioni di luce interessanti, che potessero rendere piacevoli e un po’ diverse immagini di vita quotidiana. 

Nel pomeriggio ho una bella luce in salotto e in cucina, ne ho approfitttato. 

Ho fatto anche qualche foto sul balcone di casa. 

Una mattina mi sono svegliata alle 6.30 e ho trovato questa bella luce in cucina. Peccato non essere mai sveglia a quell’ora. 

La natura in giardino 

La primavera è la mia stagione preferita. Adoro fotografare la natura che si risveglia dopo il freddo inverno.

E’ una tortura per me non poter uscire.

Ho fotografato questa pianta tornando a casa dopo aver portato il vetro nella campana.

food photography 

Fotografare il cibo, che ora ho anche il tempo di preparare, è la parte che ha richiesto più creatività e che mi ha dato più soddisfazioni. 

Dopo tanto tempo ho ricominciato a cucinare, soprattutto dolci, e il mio compagno ha apprezzato.

Come sfondo ho usato un pannello da muratore che ho preparato qualche tempo fa con colori diversi sui due lati.

Dovevo pensare agli oggetti da usare per abbellire la foto (ciotole, posate, stracci, ecc.) e farla diversa ogni volta. E’ stato divertente.

Creare un’idea, cucinare, preparare il set, fotografare il tutto, mi hanno aiutato molto a superare la noia di questi giorni di clausura.

Spesso dopo pranzo non riesco a fare il mio solito pisolino perché penso alle foto che voglio fare e mi emoziono all’idea. 

Un pomeriggio ho passato ore a fotografare queste tartine, su sfondo bianco. Il “flat lay”, la foto dall’alto, non mi convince, troppo bianca e semplice, dispersiva. Ho provato ad aggiungere cosine, fiori, un po’ di verde, ma niente. Preferisco i “close up”, le foto ravvicinate di dettagli, più piene.

Facevo qualche foto, le guardavo al computer, poi tornavo a fotografare facendo degli aggiustamenti alle composizioni che mi piacevano di più: aggiunta di qualche fiore, la tazzina un po’ più vicina e ad un’angolazione diversa, e le ore passavano. Senza che avessi una foto che mi facesse dire “eccola”.

A un certo punto una finestra ha cominciato a riflettere una striscia di luce sul mio set, e l’immagine ha assunto un aspetto completamente diverso. Tutte le foto precedenti hanno perso valore; anche se ce n’era qualcuna che alla fine mi piaceva abbastanza, non era niente in confronto alle nuove ottenute con il piccolo riflesso.

E’ pazzesco quanto la luce, seppur debole e minima, può fare la differenza.

Se vi capita mettete a confronto la luce diretta anche tramite finestra e la luce solo riflessa: quest’ultima è molto più delicata, si nota poco, mentre la luce diretta crea molto più contrasto. Sono due effetti completamente diversi. Vanno bene entrambi, ma sono diversi.

autoritratti 

Il prossimo passo è farmi qualche autoritratto (selfie) con un treppiede.

Sarà più impegnativo per me, per questo continuo a rimandare, perché non mi piace molto farmi fotografare.

Vedremo cosa viene fuori. 

It’s Going to be Perfect!

vieni con me!