14h08 Siamo all’Abbasi Tea House, dove un caffè costa 80.000 Ril (2 euro) + 23% di tasse, quando per pranzo abbiamo pagato 10.000 Ril (circa 2.50 euro) per due ottimi dizi e due chay in un buchetto del bazaar. L’Abbasi Tea House fa parte di un hotel di super lusso, con un bagno che viene pulito in continuazione. E c’è anche internet. E’ questo il motivo principale per cui veniamo qui.Â
Masjed-e Jameh
Stamattina siamo partiti dalla Masjed-e Jameh, la moschea più grande dell’Iran. Bellissima, con un bel gioco di maioliche e mattoncini. Poi giro per il bazaar, abbiamo preso delle spezie, di nuovo in Piazza dell’Imam e poi qui per pipì e rifornimenti. Tea house per stranieri e iraniani facoltosi.
Mi piace molto camminare per il bazaar. E’ una specie di galleria con negozi da entrambi i lati che si snoda per varie stradine, a volte ci siamo anche persi, ma la strada principale collega praticamente Imam Square a Masjed-e Jameh.Â
Ora andiamo a vedere Jolfa, il quartiere armeno, e i ponti sullo Zayandeh, il fiume di Isfahan.
15h Merenda con un bicchiere pieno di mais caldo con patatine (quelle confezionate in busta), funghi, maionese, sale, pepe e spezie. Non il mio snack preferito, un mix troppo strano.Â
19h Siamo al ristorante di fronte al nostro hotel. Due polli con riso. Tornando qui ci siamo fermati all’Abbasi, di nuovo per andare in bagno (senza bisogno di comprare niente). Sembra un luogo di riposo per stranieri, un rifugio. Le poltroncine lungo il corridoio per il bagno erano occupate da cinesi e da noi due, tutti intenti a controllare email e Instagram (l’unico social che funziona qui in Iran).
Bellissimi i ponti e bella la zona armena, con chiese, piazzette e coffee shop ovunque. Molto diverso dall’Iran a cui ci eravamo abituati. Caffè a volontà , e fatto anche con la moca! Ci torneremo domani a mangiare stinco di agnello.
Pranzo delizioso al Khan Gostar Restaurant, consigliato dalla Lonely Planet
Nei tre giorni abbondanti che siamo stati a Isfahan abbiamo visto diverse cose: la moschea Masjed-e Jameh, lo Zayandeh, Jolfa, il Kakh-e Chehel Sotun, un palazzo con un bel giardino dove abbiamo incontrato una gita di studentesse con cui abbiamo scambiato qualche parola, ma alla fine tornavamo sempre a Naqsh-e Jahan (Imam) Square, la gigantesca piazza principale di Isfahan, probabilmente una delle più belle del mondo. Impressionante.Â
Da Isfahan abbiamo perso un bus notturno per l’aeroporto di Tehran, così da non dover tornare nella capitale e poi andare in aeroporto che sarebbe stato un po’ complicato e ci avrebbe fatto perdere tempo. L’autista guidava come un pazzo, al solito, ma siamo arrivati salvi e sani.
At 6 am we were in Isfahan, but at the highway, not in the town centre. So we had to pay 170,000 Ril more (about 4 euro) to get to town. Plus 300,000 for the early check-in. But it was nice to have the room straight away: I slept for one hour and half, had a shower and breakfast, and now I am feeling much better, even though I am still a bit sleepy. The good thing is that the room is only 900,000 Ril per night (about 22 euro, it’s the first time they don’t take euro at the hotel since we got to Iran). I was happy because in Isfahan the station for the long-distance coaches is not far from the town centre, and it’s well connected by local buses to the town, I already knew how to get to the hotel. But surprisingly our bus left us at the highway, half-dumb for the rush awakening, because it was heading to Tehran and didn’t come into town. In Shiraz I should have asked for a coach that ends in Isfahan.
The Totia is a modern hotel, like the one we had in Tehran. Probably there are no traditional houses here, or maybe they are too expensive for us.Â
Ok, let’s go to discover one of the most visited sights in Iran!Â
Imam Square
Imam Square is amazing. The second largest square in the world, after Tien-An-Men in Beijing. It’s so big that there are horse-carts that take you around the square. With a nice pool, trees, two sparkling mosques, a bazaar and a palace with a terrace from where you can have a beautiful view of the square, if it wasn’t closed due to restoration works.Â
There are some guys walking around the square to attract the tourists to their shops where they sell carpets or printed cloths. I enjoyed listening to their explanations on the bright red and green colors used by the tribes of the North-West, the darker colors of the nomads of the desert in the East, or the city carpets, much finer. And I kept thinking how my cats would enjoy scratching their nails on these carpets that might cost between 200 and 1000 euro. But you don’t have the feeling you are forced to buy and they don’t insist too much.Â
The square is a great place for people-watching. There are a lot tourists here, many Iranians, students on school trips, locals that take a stroll. A true agorà .Â
Il Totia è un hotel moderno, come quello a Tehran. Mi sa che non ce ne sono di tradizionali qua, o magari costano troppo.
Ok, andiamo alla scoperta della meta più gettonata dell’Iran!
Piazza dell’Imam
Imam Square è bellissima. La seconda piazza più grande del mondo dopo Tien-An-Men a Beijing. E’ così grande che ci sono carrozze trainate da cavalli che sono super gettonate (da stranieri e gente del posto) come mezzo per girare la piazza.
Con una bella piscina, alberi, due moschee fantastiche, un bazar e un palazzo dal cui terrazzo si potrebbe vedere la piazza, se non fosse in ristrutturazione. Ci sono dei ragazzi che girano per la piazza per attirare i visitatori verso i loro negozi dove vendono tappeti o teli stampati; è interessante stare ad ascoltare le loro spiegazioni sui colori vivi verde e rosso usati dalle tribù del Nord-Ovest, colori più scuri dei nomadi del deserto dell’Est, i tappeti di città , più fini, e io penso ai miei gatti e quanto si divertirebbero a grattare questi tappeti da 200-1000 euro. Comunque non è obbligatorio comprare e non insistono tanto.
E’ un posto ideale per guardare la gente che passa. E’ pieno di gente, turisti, anche iraniani, studenti in gita scolastica, abitanti del posto che vengono a passeggiare, insomma, una vera agorà .