18 febbraio 2015

Sarebbe  stato meglio prendere un’auto privata da Yazd per venire a Shiraz, che si fermava a vedere Pesargade e Persepoli, sarebbe costata 110 USD ma avremmo risparmiato una giornata. Se avessimo trovato qualcun altro con cui dividere il costo l’avremmo fatto; invece siamo qui che aspettiamo il pullman. Con l’autobus alla fine siamo arrivati alle 5 del pomeriggio.

Dopo essere arrivati a Yazd sull’autobus da Fahraj, abbiamo scomodato due autisti per farci dire come arrivare alla stazione dei pullman; uno è addirittura sceso dal suo bus per correre dietro a uno in partenza e spiegargli dove portarci. Sotto la pioggia. Fosse stato da un’altra parte ci avrebbero detto “Prendetevi un taxi se non sapete dove andare”.

Colazione, bus Fahraj-Yazd, due bus per il Terminal (la stazione degli autobus a lunga percorrenza), mezz’ora di attesa, e si parte alle 10.40. Bus VIP con posti super-spaziosi e TV giusto davanti. Chissà che ci guardiamo un bel filmone romantico dove possiamo immaginare baci e abbracci (visto che in Iran non è ammessa l’espressione di affetto).

Ho visto pochi smartphone qui in Iran, meno che in Repubblica Dominicana o Tanzania. Sarà che non c’è internet ovunque? In realtà ho scoperto che una sim senza internet costa sui 3 dollari, con internet 10; magari costa un po’ troppo per uno di qua, ma il servizio c’è.

strada in iran

“Autogrill” lungo le strade iraniane

21h20 Al Niayesh Boutique Hotel. Abbiamo preso l’ultima stanza libera al Niayesh, quindi magari se venivamo in auto e arrivavamo per le 7 (perché ci vogliono un paio d’ore solo per visitare Persepolis, più le necropoli e Pesargade) ci toccava cercare un altro posto. E sarebbe stato un peccato perché il Niayesh è l’unico hotel in una casa tradizionale, vale a dire una di quelle con il cortile interno e le stanze attorno. E’ un punto di ritrovo per turisti, quindi speriamo di trovare qualcuno con cui andare a Persepolis, altrimenti ci tocca prendere il bus  ed è un po’ più un casino, soprattutto per Pesergade.

Abbiamo cenato al ristorante dell’hotel ed era tutto buonissimo.

Quindi siamo arrivati a Shiraz verso le 5; l’ultima ora sul pullman da Yazd ci ha intrattenuti l’unico bimbo mulatto visto finora qui. Arrivati a Shiraz, abbiamo preso il bus 79 dal Terminal all’hotel. E subito la gente ha cominciato a parlarci; vogliono sapere da dove siamo e se ci piace l’Iran. Molto diverso dalle altre città, si vede che è una città più aperta, quasi metropolitana. Volevano mandarci all’hotel Shiraz. 5 stelle. Quando saremo ricchi magari. Un vecchietto è sceso dal bus con noi, ci ha pagato i biglietti e ci ha accompagnati all’hotel, fermandosi ogni 5 minuti per chiedere info ai negozianti ed essere sicuro che fossimo sulla giusta strada. Anche quando abbiamo visto le prime indicazioni per l’hotel, non ci ha lasciati finché non abbiamo trovato l’entrata. Boh. Io non ho mai vissuto un’ospitalità del genere.

Appena messe giù le valigie e fatta la pipì siamo stati a vedere l’AMRAGH-E SHAH-E CHERAGH, uno “shrine” dove sono sepolti due fratelli di Mir Ahmad (o forse è il Boghe-ye Sanyed Mir Mohammad). Un casino mettermi lo chador, ma sono stati molto gentili. Ci hanno accompagnati all’ufficio “relazioni internazionali” dove ci hanno offerto il tè. Poi ci hanno accompagnati alle due tombe. Mura e soffitti ricoperti di pezzetti di specchio. Entrate separate per maschi e femmine, Luca è andato per conto suo con il suo accompagnatore. Dentro la gente pregava e piangeva per sfogarsi del dolore causato da malanni e preoccupazioni. Molto toccante. Altri invece guardavano il telefono e facevano le bolle con la gomma da masticare. A me hanno fatto mettere giù la macchina fotografica all’entrata, mentre Luca ha fatto foto con il cellulare. La ragazza che mi accompagnava è una studentessa di sociologia che una volta a settimana fa la volontaria lì. Mi ha spiegato dei sassi che si mettono per terra e la fronte li deve toccare quando ci si piega per pregare, così le energie negative escono dal corpo e vanno sul pavimento, mentre quelle positive entrano. Allah ha 1000 e uno nomi che sono scritti tutti nel Corano. Il verde è il colore dell’Islam perché Maometto vestiva di verde, + il paradiso sarà verde pieno di piante; l’oro è un altro colore dell’Islam perché boh, il blu perché collega non so che. Una signora ha chiesto alla mia giovane guida se è sposata; lei ha risposto di no. Vuole finire gli studi prima di sposarsi, ma le fanno spesso questa domanda; probabilmente hanno un figlio da sposare e lei sembra una brava ragazza.