19 Febbraio 2015

A Shiraz piove. A “secie roverse”. Speriamo si calmi, altrimenti non riusciamo a vedere neanche la città, altro che Persepolis! E’ piovuto tutta la notte. C’è un telo che copre il cortile dove si fa colazione, e ogni tanto una goccia filtra.

13h20 Seray-e Mehr Teahouse & Restaurant

Per fortuna la pioggia si è calmata e siamo riusciti a venire al bazaar di Shiraz. Ora siamo in questa deliziosa teahouse nascosta nei meandri di questo labirinto.

Il mio piatto di melanzane era meno buono del solito; il pollo con riso e melograno di Luca invece era speciale.

Begli incontri a Shiraz. Mi sono fermata a fotografare una porta alla fine della stradina, e fatalità passa di lì il proprietario che era andato a comprare il pane e ci invita per un chai. E’ stato un po’ imbarazzante, perché né lui né il figlio parlavano inglese. Pane e formaggio, arance, frutti simili alle giuggiole. La sala dove ci hanno ospitati aveva un frigo, dei materassi accatastati su una parete, un armadio e un tappeto che copriva tutto il pavimento di cemento. A un certo punto ci hanno fatto vedere il resto della casa. C’era una stanza dove stanno fabbricando un tappeto (e così siamo finalmente riusciti a capire che quel che cercava di dirci prima è che lui fa tappeti), e una bellissima sala degli specchi. Tutto che sta cadendo a pezzi, ma bellissimo nella sua decadenza. Chissà che trovino i soldi per sistemare così si arricchiscono coi turisti.

21h14 Siamo all’hotel. Luca è impegnato a scambiarsi sguardi con due ragazze alle sue spalle, entrambe accompagnate da un uomo, ma sembra che questo non sia un problema. Dopo il riposino pomeridiano siamo tornati in strada. Al castello, all’Hammam, altra moschea, bazaar, stazione degli autobus a comprare biglietto per Isfahan per domani sera.

Una ragazza di Taiwan ha trovato un taxi che ci porta a Persepolis e Pesargade per 8 euro a testa circa, ottimo! Si parte domattina alle 8.30. Quelli dell’hotel volevano 55 dollari a testa per un tour simile. Yeek!