Novembre 5, 2010

Sono esausta. E’ dalle 10 di stamattina che sono con sto ragazzo, Mowgli o come si scrive, come il ragazzino de “Il libro dell giungla” (che mi è venuta voglia di rileggere, da quando sono qua; mi è anche venuta voglia di leggere “Alice nel paese delle meraviglie”, non so che c’entri). L’ho conosciuto ieri sera, ed ha cominciato a parlarmi degli oli che sta studiando con suo zio, Aroma-Terapia, così mi ha convinto a seguirlo al negozio dello zio stamattina. Sapevo che non sarei dovuta andare perché non sarei riuscita a non comprare, e sto olio mi è costato un po’ caro. Ma la mia amica Giorgia, che sta studiando aroma therapy pure lei, dice che i veri oli son comunque costosi. Non come gli oli che si comprano nei negozi in giro per strada (tipo Body Shop). Non so quanto possa essere il loro valore comunque. Beh, in ogni caso, ho comprato sto olio che in teoria aiuta contro l’insonnia, per il mio papy, e se funziona son contenta. Così la smette di lamentarsi che non penso mai a lui! Ci credo pure io in queste cose dei profumi e oli, perché come un odore ci può far venire mal di testa, penso che ci possa anche far passare questo o altri dolori, no?

Beh, poi Mowgli mi ha accompagnato all’università, son state un paio d’ore di cammino, e nonostante parlasse di cose abbastanza interessanti (la sua religione, yoga, ayurveda, tessuti), come ormai è chiaro io mi stanco ad ascoltare qualcuno per tanto tempo e mi è venuto un gran sonno. Così l’ho mollato qualche minuto fa e son tornata in questo baretto-negozio con internet. Ah… Un bel bicchiere di acqua fredda e limone. Mi ci voleva. Ho mangiato anche una torta alle carote prima, con Mowgli. L’ho portato qui per un caffè e tè. Buona. Mi è venuta voglia di cucinare a stare in giro. Ho voglia di fare una torta e ho un sacco di voglia di un piatto di pasta con pomodoro e mozzarella come me la faccio io!

A walk in Varanasi

Ieri sera ero tutta emozionata all’idea di avere una pizza per cena. Alla fine ovviamente si è rivelata una delusione. Prometteva bene, perché era cotta nel forno a legna, ma era tipo pizza in scatola che si trova nei nostri supermercati, e della peggiore qualità. La promuovono come “vera” italian pizza perché è fina e crispy, ma la pizza che ho mangiato a Napoli era piuttosto piccola e grossa, come piace a me, morbida morbida, quindi non so perché la pizza italiana debba essere fina. Forse per distinguerla dalla pizza americana, che è un pezzo di pane spesso un centimetro con della roba sopra. Boh.

Comunque eccomi qua. In questo posto che oltre a fare uno dei caffè più buoni dell’India, vendono sciarpe e copricuscini e vestiti e copritavola e un sacco di roba meravigliosa che non resisto. Devo fare un altro pacchetto da mandare a casa, nonostante i miei buoni propositi.

Mentre scrivevo su skype con Enrico che sempre mi mette in guardia sulle brutte compagnie che devo evitare in India (= se me metto con un indiano el me copa!) mi son venuti in mente sti tipi stra fighi che si incontrano per strada ma soprattutto lungo il Gange qua a Varanasi. Non so se siano tipo santoni o sacerdoti o asceti o che. Vanno in giro con le loro lenzuola bianche o gialle o arancioni intorno alla vita, capelli di solito lunghi (ma puliti, in molti casi), tanto selvaggi, petto muscoloso bello in mostra… insomma, come piacciono a me. Ieri mi son addirittura girata a guardare due perché non ci potevo credere! e loro niente! sono gli unici uomini in India indifferenti alle donne. Peccato. Però mi piacerebbe parlare con uno di loro un giorno. Son tipo i 3 uomini in una delle mie foto, quelli seduti sugli scalini, di cui uno è iraniano. Ecco, tipo quelli lì, però giovani e belli.

Varanasi

Oggi è Diwali, una grande festività in India. Hanno anche pulito le strade dalle cacche delle mucche e l’immondizia per l’occasione, così la gente può andare in giro scalza. Dovrebbe essere il festival delle luci (con tutte le case illuminate), se non ho capito male. O forse quello delle luci è fra qualche altro giorno. Il problema qui è che nessuno sa niente con certezza. Tipo mentre stavo in Nepal, c’era sto grande festival di 10 giorni e tutti quelli con cui parlavo mi davano date diverse … boh. Beh, curiosa di vedere come sarà stasera; l’unica rottura sono i petardi che sparano in continuazione. Non bastavano i clacson delle macchine e delle moto (che in Europa sarebbero vietati, son troppo alti!).

Quando cammini per strada qui devi stare attento a mille cose, perché in India l’unica legge valida è quella della giungla, il più forte vince, così il povero pedone deve star attento a tutto: codate di mucca in faccia, biciclette, rikshò, moto, macchine, scimmie che ti pisciano in testa dai tetti… Vabbè dai, per fortuna c’ho tanta pazienza…

Chissà se mia mamma ha imparato ad aprirsi il blog da sola nel frattempo…